Breve storia del Castello Nelson.
Il complesso denominato “Ducea di Nelson” si trova a circa 13 chilometri dal Comune di Bronte (prov. di Catania), adagiato sulla riva sinistra del torrente Saraceno, comprende l’ala gentilizia (un tempo residenza Nelson), i resti dell’antica abbazia benedettina dedicata a Maria Santissima fatta costruire da Guglielmo II il Buono, la chiesetta di Santa Maria di Maniace ed un lussureggiante parco.
Venne costruita a partire dalla seconda metà del XII secolo sulle rovine di una preesistente costruzione basiliana per volontà della Regina Margherita di onorare la vittoria del Generale bizantino Giorgio Maniace sui Saraceni.
La fabbrica del monastero fu dotata di torri difensive (come da usanza, a quei tempi le fondazioni abbaziali venivano dotate di castelli o torri difensive).
L’Abbazia visse un iniziale periodo di splendore dato dai molteplici privilegi concessi, segnalandosi tra i feudi che più contribuivano alle spese della Regia Curia grazie al gran numero di rendite di cui disponeva.
Lo splendore ed i patrimoni dell’Abbazia vennero progressivamente dilapidati nei secoli successivi dai vari “commendatori”, a causa della quale anche i terreni e le campagne circostanti subirono un progressivo spopolamento.
Sul finire del XV secolo l’abbazia divenne proprietà dell’Ospedale Grande e Nuovo di Palermo che ne manterrà il possesso fino al 1799 quando, come riportato nel testo del “Real diploma del 10 ottobre 1799”, il Re Ferdinando III di Borbone la donò all’ammiraglio Horatio Nelson in segno di riconoscenza per aver soffocato la neonata “Repubblica Partenopea” (da quel momento in poi l’ammiraglio userà firmarsi nei documenti ufficiali col nome di Bronte Nelson).
Da quel momento il complesso viene gestito e vissuto dagli eredi dell’ammiraglio che ne terranno il possesso fino al settembre 1981 quando diventa bene del Comune di Bronte.
Il Progetto
Nel 2018 StudioFra vince la gara per la Direzione dei Lavori di restauro, ristrutturazione e realizzazione di opere complementari per il recupero ed il riuso del Castello, nel 2019 si rende necessaria integrare all’interno dell’appalto la progettazione esecutiva di alcuni ambiti inizialmente esclusi.
Gli interventi hanno riguardano l’ala ottocentesca (già ultimata), gli ambienti museali nell’ala nobile, il granaio, i magazzini, il cortile interno ed i marciapiedi lato giardino inglese con il restauro delle superfici storiche, la progettazione degli spazi dedicati alla fruizione e l’adeguamento impiantistico alle ultime normative.
I lavori in fase esecutiva sono avvenuti con l’Alta sorveglianza della Soprintendenza che ha svolto l’azione di controllo, verifica e supporto tecnico scientifico per la definizione delle soluzioni tecniche ed operative più idonee alla conservazione di un bene dagli alti valori storici; lavorazione di scavo a mano, passaggio impianti e ricollocazione della pavimentazione lapidea sul cortile interno, così come la scelta dei materiali compatibili e durevoli nel restauro degli intonaci.
Trattandosi di intervento su un bene vincolato, esso avrebbe potuto avvalersi della proroga rispetto alle normative in materia di risparmio energetico, ma la soluzione scelta è stata quella di un equilibrio tra istanze di restauro ed obiettivi di efficienza energetica, quindi gli elementi costruttivi che andavano sostituiti sono stati pensati in modo tale da migliorarne la performance energetica, come nel caso dell’isolamento ed impermeabilizzazione delle coperture che ha permesso di migliorare il confort invernale attraverso l’uso di isolante minerale a base di lana di vetro ad alta densità, ed il confort estivo grazie ad uno strato di ventilazione sopra l’isolante stesso, la sostituzione dei terminali di climatizzazione e la sostituzione dei copri illuminanti con altri a LED.
Area Riservata alla gestione del cantiere: link
GRUPPO DI LAVORO:
Arch. Fabrizio Russo, Arch Giuseppe Messina, Arch.Mirko Garufi, Arch. Stefano Longhitano, Ing Andrea Pulvirenti, Arch. Giulia Schippa, Arch. Daniele Mirenda